Oggi le prime posizioni nella classifica dei quartieri più pericolosi al mondo spettano a città
sud americane come Tijuana, Caracas, Acapulco o alla sudafricana Cape Town.
Tornando indietro di due secoli però, questa triste leadership spettava proprio a New York e nello specifico al quartiere di Five Points, così chiamato per l’area a forma di pentagono.
Vi ricordate il celebre film di Martin Scorsese con Leo di Caprio, “Gangs of New York”? La pellicola è ambientata proprio nel quartiere di Five Points e guardandolo potreste farvi un’idea di quale fosse la situazione.
Concause di questa ascesa nell’olimpo dei quartieri malfamati furono anche l’importante e repentino aumento demografico e la bonifica fatta in modo inappropriato del laghetto “Collect Pond” che sorgeva nell’attuale posizione del Columbus Park. La zona, infatti, prima del 1840 era abitata da newyorkesi appartenenti alla media borghesia; la palude contaminata da scarichi industriali che rimase del laghetto, fece si che in pochi anni la zona si popolasse di ex schiavi afroamericani, neo immigrati irlandesi e locali indigenti o gravemente malati.
Una leggenda newyorkese racconta che nella Old Brewery (Il Vecchio Birrificio) ci fu un omicidio al giorno per quindici anni fino a quando non venne abbattuto nel 1852 (fonte Wiki).
Il libro fotografico di Jacob A. Riis, How the Other Half Lives, pubblicato nel 1890 è quello che meglio illustra la vita nel ghetto dei Five Points.
Il noto termine Meltin Pot (crogiolo) si dice sia nato come riferimento al mix etnico e culturale di questo quartiere malfamato, precursore dell’attuale “contaminazione” newyorkese, capace di fondere insieme 192 nazionalità e 144 idiomi differenti.
Oggi il quartiere è abitato principalmente da cinesi e fortunatamente non rientra più nelle classifiche dei più pericolosi e malfamati.
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Foto: Grande-Bandit's Roost by Jacob August Riis, 1888
Piccola-Lodgers in a Bayard Street Tenement by J. A. Riis.